29 October 2020

Martedì 27 ottobre sono stati votati alla Camera i pregiudiziali di costituzionalità per il testo unificato Zan

sull'omotransfobia. In soldoni, la Camera si è espressa rispondendo alla domanda: il testo unificato è anticostituzionale?

Il voto è stato segreto, dietro richiesta di Fratelli d’Italia, probabilmente per permettere ai cattolici del PD, non esattamente cuori di leone, di poter votare a favore dell’incostituzionalità senza subirne conseguenze da parte del partito.

Del perché sono contrario al ddl Zan ne ho già scritto qualche giorno fa. Ora voglio concentrarmi su questa specifica votazione, che avrebbe forse potuto fermarlo, e sul comportamento del centro destra.

Qui trovate il resoconto stenografico della seduta di martedì. La parte importante è la tabella con le votazioni a pagina 85 (la nostra è la votazione numero 6), e le tabelle con i nomi dei deputati dalla pagina successiva.

Alla votazione erano presenti 460 deputati:

  • 201 hanno votato sì (è incostituzionale)
  • 5 si sono astenuti
  • 254 hanno votato no (non è incostituzionale). Dunque la mozione è stata respinta e il testo Zan è stato dichiarato non incostituzionale
  • 72 erano assenti “in missione”. Tra questi figurano anche i positivi Covid, in quarantena, o in attesa di tampone.
  • 92 erano assenti “senza giustificazione”. Di questi 92

    • 45 sono di opposizione (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia)
    • 31 di maggioranza
    • 16 del Gruppo Misto.

I 45 assenti ingiustificati dell’opposizione sono divisi nel seguente modo:

  • 16 della Lega: Fontana, Crippa, Bellachioma, Boldi, Cecchetti, De Angelis, Di San Martino Lorenzato, Fantuz, Iezzi, Latini, Manzato, Moschioni, Stefani, Tarantino, Vinci, Zordan.
  • 3 di Fratelli d’Italia: Meloni, Prisco, Trancassini.
  • 26 di Forza Italia: Angelucci, Aprea, Biancofiore, Brambilla, Calabria, Carrara, Casino, Cortelazzo, Cristina, Della Frera, Fasano, Fascina, Fatuzzo, Ferraioli, Marin, Mulé, Musella, Pettarin, Ravetto, Ripani, Rossello, Sarro, Sozzani, Tartaglione, Valentini, Zanella.

Ringrazio Gabriele Marconi per l’analisi dei voti, che ha pubblicato con grande tempismo in questo post su Facebook, e per essere stato (a mia conoscenza) il primo a sollevare la questione, mercoledì mattina.

Ora, se i 45 assenti non giustificati si fossero presentati alla votazione, e avessero votato per l’incostituzionalità, sarebbero mancati ancora 9 voti. E’ realistico pensare che anche nove dei quindici deputati del Gruppo Misto avrebbero potuto votare l’incostituzionalità, se si fossero presentati, e che dunque avrebbero potuto ribaltare il risultato?

In altri termini, sarebbe stato possibile arrivare ad un esito diverso?

Se i pregiudiziali di costituzionalità fossero stati accolti anziché rigettati, questo avrebbe decretato una battuta d’arresto significativa alla proposta di legge, che sarebbe tornata in commissione. Non sono in grado di dire se questo avrebbe determinato “solo” un ritardo di qualche mese, o se addirittura avrebbe determinato l’affossamento della proposta di legge almeno fino a fine legislatura. Quel che è certo è che una prospettiva simile, se realisticamente raggiungibile, avrebbe dovuto essere perseguita con ogni sforzo.

Questo, ovviamente, a meno che i numeri non fossero noti e certi prima della votazione: se fosse così, infatti, il discorso in gran parte cadrebbe. Dunque, la prima domanda da fare a Giorgia Meloni, Lorenzo Fontana e agli altri assenti è: “eravate proprio certi di non avere i numeri?“. E la seconda: “avete fatto tutto il possibile per raccoglierli?“.

E’ legittimo pensare che la risposta alla prima domanda sia “sì, eravamo certi che non c’erano i numeri”. E’ anche legittimo dubitare che questi uomini politici potrebbero rispondere allo stesso modo alla seconda, professando sinceramente “abbiamo fatto tutto il possibile”.

D’altra parte, bisogna essere realistici. Anche i migliori politici attualmente nel centro destra sono ben lontani da essere Carlo Magno, e ancora più lontani da essere Carlo d’Austria, con tutto il rispetto. E trovo grottesca l’affermazione “non bisogna attaccare il cdx perché in questo modo si fa il gioco dei sinistri” (letta verbatim non più tardi di 24 ore fa, e terribilmente comune).

Qualche anno fa, molti presero una sbandata per Gianfranco Fini. Giovanni Cantoni, fondatore di Alleanza Cattolica, ci ha sempre messo in guardia dalla tentazione di innamorarci degli uomini politici. In molti faticarono a credergli, ma sappiamo bene com’è andata a finire, e anche se era troppo signore per dire “ve l’avevo detto”, ciascuno degli “ingenui” sa, in cuor suo, che gliel’aveva detto. Anni dopo, la stessa cosa accadde di nuovo, puntualmente, con Silvio Berlusconi. Ora Gianni non c’è più, ma la tentazione di seguire certi capitani (poco) coraggiosi c’è sempre, e ammalia e irretisce troppi.

La salvezza non viene dalla politica. La salvezza non verrà dagli uomini politici. I politici vanno pungolati, incoraggiati, ammoniti. Bisogna pregare per loro, perché compiano scelte per il bene comune e non per i loro interessi. Bisogna pregare che si convertano, perché ne hanno bisogno loro, come ne ha bisogno ciascun uomo, dal Papa all’ultimo ateo incallito, e perché ne abbiamo bisogno noi, che gli abbiamo collettivamente affidato il potere di tante decisioni.

Dunque, a loro la domanda: avete fatto tutto il possibile? E a noi pure un esame di coscienza: abbiamo fatto tutto il possibile? Li abbiamo pungolati, incoraggiati, ammoniti? Abbiamo pregato per loro? Ciascuno, in cuor suo, conosce la risposta.


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Ciao, sono Carlo Martinucci, un tizio che ha deciso che il mondo va a rotoli perché le persone si fermano ai titoli.

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