09 December 2020

In questi giorni siamo un po' in affanno: Antonio ha la febbre

e una persona vicina a lui è risultata positiva al COVID-19. Ieri mattina l'ho portato a fare il tampone, per fortuna è negativo,

speriamo in qualche giorno di tornare alla “normalità”.

Nei giorni scorsi invece un caro amico, Gianmaria, mi ha mostrato dei dati, da lui raccolti e elaborati a partire da fonte Istat, che mostrano l’aumento di mortalità di quest’anno rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Stiamo parlando di circa 45 mila persone in più, unicamente nella fascia sopra i 55 anni e in particolare sopra gli 80, mentre la mortalità nelle fasce più giovani della popolazione è (leggermente) diminuita.

Detto in altri termini: quest’anno, tra gennaio e settembre, sono morte in Italia circa quarantacinque mila persone in più rispetto alla media degli scorsi anni. Di queste 45mila, 36mila avevano più di 80 anni. Con una postilla: soprattutto per settembre, i decessi saranno di più di quelli indicati perché ogni volta, spiega l’Istat, il mese più vicino a quello del rilascio ha sempre dati sottostimati.

Gianmaria ha elaborato i dati, dopo averli estratti da 4 file Excel con i decessi suddivisi per classi di età, aggregati a livello nazionale, suddivisi per mese e poi sommati gennaio-settembre.

Dati decessi 2015-2020

Fonte: https://www.istat.it/it/archivio/240401 > Dati decessi 2015-2020

Per i dati estesi ad ogni singolo anno, per valutare anche il trend, clicca qui

Dati decessi 2015-2020 estesi

Mi sembra che questi dati siano estremamente significativi. Non si va per il sottile nel cercare valutazioni che è difficile fare già caso per caso, del tipo “questa persona è morta per coronavirus o con coronavirus”. Non si cerca di attribuire la causa del decesso ad ogni decesso: si prende il dato nel suo complesso, si confronta con quanto è accaduto gli scorsi anni e si guarda se la variazione, rispetto a quanto ci si poteva attendere, rientra in una normale variabilità statistica o no. C’è da prendere un minuto e guardarsi bene questa tabella, ricordarsi certo che dietro ogni numero c’è un Giacomo, una Benedetta, un Raffaele, e che ciascuno ne tragga le proprie riflessioni.

Da parte mia, avrei una serie di considerazioni sulla inadeguatezza - a dire il meno - di questo governo nella gestione della pandemia, e forse di quasi tutti i governi almeno occidentali. Ma non voglio soffermarmici, perché l’incapacità di affrontare seriamente e per tempo la pandemia e la cialtronaggine che questo dimostra è così enorme che mi lascia sinceramente incredulo e atterrito.

Piuttosto, pensavo che se io non avessi famiglia, il mio comportamento potrebbe essere molto diverso, molto meno controllato. Vale a dire, se fossi single o se non avessimo figli potremmo decidere se essere molto prudenti - continuare a lavorare da remoto e non vedere nessuno - per poter incontrare regolarmente i nostri genitori senza rischi per loro, oppure se semplicemente vivere normalmente, evitando solo il contatto con anziani o soggetti a rischio e con chi vive con anziani o soggetti a rischio.

Invece, il fatto di avere dei figli che frequentano l’asilo, e quindi sono in contatto con altri bambini e altre persone, che spesso non hanno la possibilità di essere isolati rispetto ai nonni o altre persone a rischio, fa sì che siamo chiamati volenti o nolenti alla responsabilità. Non posso scegliere le persone con cui il mio nucleo familiare verrà in contatto, quindi devo presumere che verrò in contatto con soggetti a rischio, per i quali contrarre il coronavirus costituirebbe un rischio migliaia di volte più grave di quello che corro io.

Poi, bisogna aggiungere anche che il dato dei decessi attuali non è sufficiente per una valutazione complessiva dell’impatto del COVID-19, per mille motivi che penso non sfuggano a nessuno (ministri esclusi), e che quindi forse il comportamento più prudente sarebbe comunque desiderabile. Ma mi rimane il pensiero: se potessi essere ragionevolmente sicuro di non venire in contatto con persone a rischio, adotterei lo stesso regime claustrale attuale?

Io non vivo come un grande peso i continui DPCM, perché le limitazioni alla libertà riguardano atti che già liberamente sto evitando. Sono libero a sufficienza da evitare determinati comportamenti a prescindere da una legge che me li vieta o no. Ma se uno vivesse da solo, lavorasse da casa, facesse la spesa online, e volesse a Natale andare a trovare i suoi genitori, residenti nella regione confinante con la sua, chi potrebbe biasimarlo?

Ciascuno deve essere disposto a rinunciare a qualcosa per il bene di tutti, mi si potrebbe rispondere. Certo è che determinati sacrifici sono ancora più difficili da fare quando chi te li chiede è… beh, quello che è.


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Ciao, sono Carlo Martinucci, un tizio che ha deciso che il mondo va a rotoli perché le persone si fermano ai titoli.

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