23 June 2020

Una cartina al tornasole dell'onestà intellettuale

è l'atteggiamento verso chi condivide la stessa tesi ma usa argomentazioni fallate.

Ad esempio, si può legittimamente sconsigliare l’installazione di Immuni. Come ragione si potrebbe addurre l’uso propagandistico che il governo ne sta facendo, oppure argomentare che, dato il basso tasso d’adozione, sia inefficace e generi un falso senso di sicurezza.

D’altra parte, non si può legittimamente sostenere che Immuni invii al governo la propria posizione (non può farlo), è falso sostenere che tramite Immuni si possa essere tracciati, non è vero che una notifica ricevuta tramite Immuni costringa obbligatoriamente alla quarantena forzata.

Poniamo che Alice faccia un post su Facebook: “meglio non installare Immuni, è inutile”. Poi arriva Bob, che commenta “Giusto Alice, io non lo installo Immuni, non voglio essere tracciato dal governo!“. Alice può avere tre reazioni diverse:

1 ONESTA) Bob è mio amico, siamo d’accordo sulla conclusione (non installare Immuni), ma la motivazione che ha espresso è insensata. Ho tempo e voglia di parlarne con lui: commenterò educatamente facendoglielo notare.

2 NEUTRA) Bob è mio amico, siamo d’accordo sulla conclusione, ma la sua motivazione è insensata. Non ho tempo né voglia di correggerlo: mi asterrò dal commentare, o rimarrò sul vago.

3 DISONESTA) Bob è mio amico, siamo d’accordo sulla conclusione, e non mi interessa che motivazione ha espresso. Commenterò dicendogli “Bravo!” per rafforzare il fronte delle persone d’accordo con me.

Se Alice reagisce nel modo 1) è encomiabile, intellettualmente onesta: ritiene più importante avvicinarsi alla verità e collaborare con gli altri per arrivare alla verità piuttosto che sostenere una propria posizione o agenda.

Se reagisce nel modo 2) ha perso una (buona ?) occasione, ma forse ha ritenuto che lo sforzo superasse il possibile beneficio: a volte bisogna intervenire, a volte è decisamente meglio soprassedere, altre volte… chi lo sa?

Se reagisce nel modo 3) è deprecabile: significa che non le interessa la verità, le interessa unicamente ampliare il suo consenso.

L’onestà intellettuale consiste precisamente in questo: essere più interessati a raggiungere insieme la verità piuttosto che a difendere la propria posizione. Essere disposti a contestare anche chi è apparentemente d’accordo con noi. Essere disposti in ultima analisi anche a contestare noi stessi, cioè essere aperti a poter cambiare idea.

Di fronte a una qualsiasi cosa che si ritiene vera, QUALSIASI, è molto istruttivo spendere qualche minuto a riflettere su questa domanda: che cosa servirebbe per farmi cambiare idea? Ad esempio: pensi che il cambiamento climatico abbia origine antropica? Ottimo: che cosa servirebbe per farti pensare che non è colpa dell’uomo? Oppure: pensi che i vaccini siano pericolosi per la salute? Ok: che tipo di evidenze sarebbero sufficienti a farti ritenere i vaccini sicuri? O ancora: sei cattolico, credi in Dio? Molto bene: che cosa dovrebbe succedere per farti perdere la fede?

Per inciso, provate a notare un qualsiasi post di un qualsiasi politico: non troverete nessuno che vuole correggere gli errori dei propri elettori. Perché? Perché il fine dell’uomo politico è estendere la sua influenza, non raggiungere la verità. Nella politica di oggi la “verità” è un mero strumento sacrificato al fine del potere. Mentre dovrebbe essere esattamente il contrario: il potere è uno strumento pericoloso e fragile, che ha come fine la crescita della virtù, che “serve” nella misura in cui è a servizio della verità.

Il fatto è che quando si parla di verità non c’è un fronte da difendere. La verità non ha bisogno di essere difesa: ha bisogno di essere scoperta, approfondita, mostrata, accettata. Quando si parla di verità, non esiste un “noi” contro un “loro”: esiste chi vuole arroccarsi su quello che sa rifiutando tutto ciò che minaccia quell’instabile costruzione, e chi è abbastanza maturo da sapere che cercare la verità è imbarcarsi in una impresa titanica che richiede l’impegno e le risorse di tutti. Anche di chi si arrocca.

Pubblicato originariamente su Facebook


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Ciao, sono Carlo Martinucci, un tizio che ha deciso che il mondo va a rotoli perché le persone si fermano ai titoli.

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