28 November 2019

Uno dei fenomeni che mi preoccupa di più nel nostro tempo è la rarità di pensieri complessi.

E con "pensiero complesso" intendo una qualsiasi considerazione che tenga insieme più di una cosa alla volta.

Faccio qualche esempio.

Se si parla di immigrazione, tenere insieme la dignità di ogni persona, le condizioni nei paesi di provenienza, dei paesi di arrivo, eccetera.

Se si parla di aborto, tenere insieme la dignità del bambino, della donna, il contesto storico, eccetera.

Se si parla di ecologia, tenere insieme le teorie scientifiche, le conseguenze pratiche, gli interessi ideologici ed economici, eccetera.

Perché è fondamentale tenere insieme più di una cosa? Perché se vedi solo un aspetto sei in balia di chi ha un interesse ideologico o economico, che ti propina sempre e solo quel punto di vista per tirarti dalla sua parte.

Ad esempio, se nell’immigrazione vedi solo un pericolo e una minaccia, ti alimenterai di video, veri o manipolati o inventati, nei quali persone di colore commettono i peggio atti. Se nell’immigrazione vedi solo la tragicità della condizione in cui molte persone versano, ti alimenterai di video, veri o manipolati o inventati, nei quali queste stesse persone sono meravigliose e migliori di tutti.

Perché il problema oggi è così grave? La manipolazione sociale, l’ingegneria sociale, il tentativo cioè di plasmare l’opinione delle masse e delle persone in una certa direzione, per averne vantaggi economici o ideologici, esiste almeno da quando esiste la comunicazione di massa.

La responsabilità è innanzitutto individuale, delle persone che hanno il potere e lo usano per produrre una forzatura sul pensiero di altri.

Direttori di giornali, radio, telegiornali, ma anche artisti famosi, cioè tutti coloro che hanno la possibilità concreta di incidere sul pensiero di molti: tutte queste persone hanno, ciascuno per quello che gli spetta, una responsabilità personale.

Oggi il problema è amplificato dai social media, che sono costruiti per facilitare le reazioni immediate, semplici, di pancia, e per ostacolare le riflessioni profonde, complesse, articolate.

Usare i social in un altro modo non è impossibile, ma rimane il fatto che sono pensati per essere usati così.

Da dove ripartire? Non lo so. È facile dire dalla famiglia, dalla scuola, dall’educazione. Che cosa voglia dire nel concreto è tutto da vedere. Se qualcuno ha qualche idea, sarei felice di sentirla.

Pubblicato originariamente su Facebook


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Ciao, sono Carlo Martinucci, un tizio che ha deciso che il mondo va a rotoli perché le persone si fermano ai titoli.

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