Sono grato per Costanza, Agnese, Antonio. Cresciamo in amore, crescono in età, sapienza e grazia. Sono grato per quello che c’è, e per quello che speriamo in futuro potrà esserci: la vita è nelle tue mani, misteriosa, dolorosa, esaltante.
Sono grato per Bending Spoons. Ho iniziato a lavorare in Bending Spoons l’11 gennaio, quasi un anno fa, e contemporaneamente mi sembra ieri e una vita fa. Ieri perché questo tempo è volato (come vola il tempo quando ci si diverte!). Una vita fa nel senso che in Bending Spoons mi sento a casa: lavoro con persone straordinarie, ambiziose, determinate a migliorare e aiutarsi a crescere, che non si accontentano mai della mediocrità, che sanno offrire punti di vista unici e sanno ascoltare e soppesare ciò che viene loro suggerito. C’è il detto: “da soli si va più veloci, ma insieme si va più lontano”. Bending Spoons è la dimostrazione che con certe persone si può andare sia veloci sia lontano.
Sono grato per 50,000 Miles Beneath My Brain, Ami Ancora Elisa, The End, le tre canzoni che ho ascoltato di più quest’anno. E per Interstate Love Song, I Don’t Want to Grow Up e A Hard Road, stabili presenze in top 10 da diversi anni.
Sono grato per The Scout Mindset, di Julia Galef, il miglior libro di quest’anno, perché la singola caratteristica più importante per chi vuole capire qualcosa è la volontà di vincere il bias di conferma, cioè l’intenzione a cercare la verità, anche e soprattutto quando significa scoprire che si aveva torto.
Sono grato per Team Topologies, perché mi ha fatto fare un click mentale che ero lì lì per fare da anni. Per How to avoid a climate disaster, ottimo schema per capirci qualcosa. Per No Rules Rules, che racconta una cultura aziendale che vale la pena di inseguire. Per Scott Alexander e la sua applicazione del pensiero Bayesiano a qualsiasi cosa.
Sono grato per chi anche quest’anno mi sta aiutando a capire me stesso.
Sono grato per Hamilton, per l’ispirazione alla grandezza, al non accontentarsi mai, al non essere mai pienamente soddisfatto.
Sono grato per i giorni di mare e quelli di montagna: la pensione completa in una casa a misura di anziani a Cavallino Treponti e l’autogestione che mi ha permesso di preparare il pasticcio ferrarese ad Asiago.
Sono grato per gli scacchi: probabilmente non avranno mai una fetta del mio tempo sufficiente a farmi diventare bravo, ma è bello giocare e vedere giocare i grandi campioni.
Sono grato per le cene in quarantena a casa: sotto al tavolo, vestiti eleganti, davanti alla televisione, sul balcone. La creatività fiorisce quando incontra dei limiti e li usa come guide.
Sono grato per l’Agnese che va in bicicletta da sola, e per Antonio che conosce più animali di me. Sono grato per sette incredibili anni di matrimonio: il tempo che passa è una cosa strana, anche per loro sembra ieri, con una intera vita davanti, e sembra da sempre, come se nessuna altra realtà possa essere possibile.
Sono grato per il tennis alle 7 di mattina tutte le settimane, e per il tiro con l’arco nell’altro emisfero del mondo.
Sono grato perché quest’anno ho capito un pezzo della mia vocazione: nella vita voglio aiutare le persone a essere più razionali, cioè a ragionare di più e a ragionare meglio. L’intelligenza e la razionalità sono due cose diverse. L’intelligenza è quasi completamente innata, è rappresentata dal quoziente intellettivo, e quella che hai a 3-4 anni è quella che ti tieni per il resto della vita. La razionalità è lo spazio di libertà tra lo stimolo e la reazione, e questo spazio può essere allargato o compresso. Persone poco intelligenti possono essere molto razionali, molto sagge. Persone molto intelligenti possono essere estremamente poco razionali, animalesche. Essere più o meno intelligenti non è legato ad alcun merito, ad alcuna moralità: puoi essere molto intelligente e delinquente, poco intelligente e buonissimo, qualsiasi cosa. La razionalità invece è un altro discorso, è qualcosa che caratterizza pienamente l’essere umano, saper ragionare meglio non significa essere freddi calcolatori o sminuire le emozioni, al contrario significa saper dare il giusto peso ad ogni cosa, porsi le domande giuste, saper indirizzare e governare i propri istinti. Questa è una parte che ora penso sia importante della mia vita: aiutare le persone a ragionare di più e meglio.
L’anno scorso, alla fine dell’anno, avevo iniziato un articolo su The Social Dilemma, la polarizzazione sociale e dintorni, e mi ero ripromesso di finirlo e pubblicarlo nel 2021. Sono grato anche se non ho concluso questo articolo e ne ho invece iniziati altri, senza finire nemmeno questi. Forse potrei pubblicarli da qualche parte come incompiuti? Non importa, in ogni caso sono grato anche per le opere incompiute.
Sono grato per la grigliata sul lago di Como e per le conversazioni significative a due passi dall’oceano.
Sono grato per la fuga d’amore sulle Apuane, e di tutti i contrattempi del caso.
Sono grato per i vaccini, indispensabili nella lotta al Covid, e per chi pazientemente e laboriosamente sta cercando di capirci qualcosa e di aiutare gli altri a capirci qualcosa.
Sono grato perché quest’anno tante cose belle sono rimaste belle, e tante altre sono cambiate in meglio. Sono grato perché qualsiasi cosa succeda, Te Deum laudamus, e tutto il resto viene di conseguenza.